Relatori su invito
Gunther Kress (University College London, Institute of Education)
Silvia Bonacchi (University of Warsaw, Institute of Specialised and Intercultural Communication)
Raffaele Simone (Professore Emerito, Università di Roma Tre)
Temario del Convegno
Nella comunicazione quotidiana, le quattro abilità sono impiegate in modo integrato e con passaggi continui non solo fra comprensione e produzione, ma anche fra orale e scritto, oltre che fra verbale e non verbale. Nella comunicazione a scuola questa naturale situazione di alternanza e di costante integrazione fra le diverse abilità è amplificata.
Basti pensare, tra le tante attività,
• alla spiegazione dell’insegnante, in cui la produzione orale è accompagnata dalla produzione scritta di parole chiave, formule o dati grafici mostrati sulla tradizionale lavagna o con i nuovi strumenti tecnologici;
• alla presa di appunti degli studenti, impegnati allo stesso tempo nella comprensione orale;
• alle verifiche, che richiedono di scrivere dopo aver letto e compreso una consegna, orale almeno in parte, o di commentare oralmente una risposta prodotta in forma scritta.
A tutto ciò in tempi più recenti si sono aggiunte le esperienze della cosiddetta classe rovesciata, in cui i docenti e gli stessi alunni sono chiamati a elaborare o selezionare fuori classe e poi a utilizzare in classe produzioni audiovisive concepite per trasmettere contenuti disciplinari.
Come ben sappiamo, questi passaggi da una modalità comunicativa all’altra non sono automatici e possono creare difficoltà nel processo di apprendimento/insegnamento ad almeno due livelli:
• ogni modalità richiede usi linguistici parzialmente diversi per ragioni funzionali legate a ciò che è più conveniente e facile dal punto di vista della produzione e ricezione;
• le modalità sono connesse a usi diafasici, diastratici e diatopici diversi.
Questi livelli sono naturalmente intrecciati e gli insegnanti constatano di continuo che gli studenti non sono consapevoli della necessità di adeguare il loro esprimersi anche alle diverse modalità: non va bene “scrivere come si parla”, ma neanche “parlare come un libro stampato”. Inoltre bisognerebbe acquisire la capacità di integrare scrittura/lettura e parlato più o meno formale nel ricorso a strumenti che amplificano la multimodalità. Diventa quindi importante una riflessione dei docenti, di lingua e non solo, sulla necessità di insegnare a gestire questi passaggi, cercando di capire sia le analogie sia le differenze strutturali fra le varie modalità negli usi linguistici ad ogni livello: testuale, sintattico, lessicale, morfologico e così via.
In questa prospettiva, il convegno GISCEL 2018 affronterà i temi seguenti:
1. La multimodalità a scuola, nei processi di insegnamento e apprendimento
2. Multimodalità e abilità linguistiche: integrazioni e passaggi in differenti contesti scolastici e disciplinari
3. Multimodalità e tecnologie
4. Limiti o vantaggi della multimodalità in diversi ambiti disciplinari o tematici, contesti educativi, contesti educativo o socioculturali, tipi o gradi di scuola (università compresa):
5. Dalla comprensione alla produzione di testi ad alto tasso di multimodalità
6. Possibili criteri di valutazione della produzione multimodale
Comitati
Comitato scientifico
Giuliana Fiorentino (Università del Molise)
Anna Rosa Guerriero (GISCEL Campania)
Cristina Lavinio (Università di Cagliari)
Pietro Maturi (Università di Napoli “Federico II”)
Fabiana Rosi (Università di Salerno)
Alberto Sobrero (Segretario Nazionale GISCEL – Professore Emerito, Università del Salento)
Miriam Voghera (Università di Salerno)
Comitato Organizzativo
Roberta Belardini (GISCEL Campania)
Valentina Mayrhofer (GISCEL Campania)
Annalisa Piantadosi (GISCEL Campania)
Mario Ricci (GISCEL Campania)
Fabiana Rosi (Università di Salerno)
Gina Russo (Università di Salerno)
Carmela Sammarco (Università di Salerno)
Tirocinanti UniSa - GISCEL
Christian Accardi
Gioacchino Amato
Fabiana Berardini
Chiara D’Amato
Annamaria Fasano
Valentina Maniglia